Ci siamo già dentro
È difficile prevedere la forma delle guerre, queste diventano ovvie solo con il senno di poi.
Nella guerra fredda la guerra è stata statica, salvo alcuni episodi di proxy wars. Negli anni ’90 la guerra è stata intervenire nelle zone dove c’erano violazioni umane (ahah).
Dal 2001 la guerra al terrorismo ha fatto dimenticare le guerre simmetriche. Tanto che per gli americani questo scenario è stato di fatto messo da parte. Anche se è stato analizzato, era una cosa lontana e solo potenziale.
Fino alla guerra in Ucraina.
È finita un’era di guerra limitata; è iniziata un’era di conflitto su vasta scala.
Anzi, di guerra totale.
I combattenti attingono a vaste risorse, mobilitano le loro società, danno priorità alla guerra rispetto a tutte le altre attività statali, attaccano un’ampia varietà di obiettivi e rimodellano le loro economie e quelle di altri paesi.
Bisogna quindi prepararsi a questa nuova guerra totale, che forse è anche l’unico modo per scongiurare il suo arrivo (si vis pacem…). Prepararsi a questo tipo di conflitto potrebbe portare il nemico (Cina) a subire una deterrenza americana.
Fino ad oggi gli analisti si aspettavano che le guerre del futuro sarebbero state più veloci, giocate sull’interazione uomo-macchina e con il forte ausilio di sistemi autonomi, come i droni. E il nucleare sarebbe stato una minaccia molto limitata rispetto al passato.
Alcune di queste previsioni si sono verificate, altre sono state ribaltate. La corsa cinese al nucleare, e le minacce russe dell’uso della bomba atomica, stanno creando una situazione molto diversa da quella sperimentata in passato. Oggi il mondo nucleare è (almeno) tripolare.
In Ucraina, i “cani robot” pattugliano il terreno e i droni autonomi lanciano missili dal cielo in una guerra di trincea che assomiglia alla prima guerra mondiale, il tutto sotto lo spettro delle armi nucleari.
Dopo il 9/11 si pensava alle guerre combattute sulla terra, ma ora la dimensione navale sta tornando centrale. V. il Mar Rosso e il Mar Nero.
Oggi più che mai l’accesso alla tecnologia rende ogni avanzamento tecnologico nei sistemi d’arma velocemente obsoleto e superato. Ci sono esempi continui, anche in Ucraina.
La guerra totale cui ci affacciamo vede mischiarsi guerre regolari e irregolari, eserciti e insorgenti e terroristi, senza più soluzione di continuità.
Caso scuola, di questo, sono gli Houti.
UNA DELLE COSE PIÙ IMPORTANTI IN QUESTO SCENARIO È LA CAPACITÀ DI CREARE FORZE DAL NULLA, come è stato fatto in Ucraina.
Per aiutare a rafforzare le forze dell’Ucraina per la loro lotta contro un altro esercito, tuttavia, gli Stati Uniti e i suoi alleati hanno dovuto reimparare a insegnare. Il Pentagono ha anche dovuto costruire un nuovo tipo di coalizione, convocando più di 50 paesi da tutto il mondo per coordinare le donazioni di materiale all’Ucraina attraverso l’Ukraine Defense Contact Group, lo sforzo più complesso e rapido mai intrapreso per sostenere l’esercito di un singolo paese.
Ma anche se Washington ha ormai dimostrato di poter costruire un esercito straniero con prontezza, la questione se farlo o meno rimarrà sempre. Il costo del trasferimento di equipaggiamento prezioso a un partner comporta considerazioni sui livelli di prontezza e sulla credibilità in combattimento dell’esercito statunitense.
La risposta a tutto è la deterrenza.